https://www.pupia.tv - La sezione misure di prevenzione del tribunale ha disposto la confisca del patrimonio da 17 milioni di euro di Vincenzo “Enzo” Gammicchia, 74enne formalmente incensurato ma considerato dai giudici colluso con le famiglie mafiose dell’Arenella e dell’Acquasanta. Soprattutto vicino a Vincenzo e Giuseppe Galatolo, dicono i diversi collaboratori di giustizia. Vicino al punto da avere Vincenzo come compare d’anello.
“All’inizio degli anni Ottanta - ha messo a verbale Vito Galatolo, boss pentito dell’Acquasanta - mio padre Vincenzo e mio zio Giuseppe investirono 100 o 200 milioni delle vecchie lire per farlo iniziare”. Un investimento che fruttava ai boss venti milioni di lire ogni mese. Un altro pentito, Angelo Fontana, ha rivelato che nell’officina di Gammicchia, in via Ruggero Marturano, si tenevano anche summit di Cosa nostra: il 30 novembre 1982, alcuni mafiosi avrebbero addirittura atteso il via libera per un duplice omicidio negli scantinati dell'imprenditore. "Madonia rispose al telefono e il commando partì" mise a verbale Fontana.
Fra la fine 2019 e l’aprile del 2020, erano già scattati i sequestri dell’impero di Gammicchia, oggi i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria hanno confiscato le due aziende palermitane di vendita e riparazione di pneumatici, un consorzio di ditte che si occupa di revisioni dei veicoli, 28 immobili fra appartamenti, magazzini e due ville di lusso (una in via Lanza di Scalea, a San Lorenzo, un'altra ad Isola delle Femmine). Confiscate anche nove fra automobili e motociclette oltre a 32 rapporti bancari in attivo, 8 polizze vita e una cassetta di sicurezza piena di gioielli e orologi di lusso. (19.07.22)